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Dalla brochure dei 5 anni del Coro Partigiano Triestino.

 

 

Essere invitati da un Capo di Stato della statura di Tito è un avvenimento unico.

 

Ci preparammo a partire per il grande incontro. Arrivammo nella bellissima Gorenjska: qui si trova la residenza del Presidente. Tutti noi, cantanti, orchestrali e voci recitanti con il direttore ci allineammo nella grande sala e poco dopo comparve il compagno Tito con le massime autorità politiche e sociali della Slovenia.

 

Prima dell'inizio del concerto, il membro più anziano del complesso, il maestro in pensione Miro Presl, augurò a nome di tutti noi un felice anno nuovo al presidente Tito ad ai popoli della Jugoslavia. Espresse la certezza che si era concluso un anno storico. Subito dopo il nostro collettivo donò al compagno Tito per ricordo un ritratto del Maresciallo al tempo dell'assalto sul Drvar, eseguito da Sergio Dalmasso.

 

Il Presidente ringraziò con le seguenti parole: "Grazie infinite per i vostri auguri. Penso abbiate ragione nel dire che questo è stato un anno storico, anche in considerazione del fatto che in questo periodo abbiamo risolto un'importante questione tra noi e lo Stato italiano. E cioè il fatto che ci siamo accordati, come vicini, di vivere un futuro così come devono vivere i vicini, cioè amichevolmente. Voi siete il ponte tra noi ed il popolo italiano, che è presente proprio sul territorio di Trieste, ma che in 30 anni non siamo riusciti a costruire definitivamente. Quest'anno ci siamo riusciti e voi ora sarete li, nostri cari vicini e nostri compatrioti; cercate di essere in futuro i migliori interpreti di questi buoni rapporti tra noi e gli Italiani. Auguro a voi molti successi per l'anno nuovo."

 

In questa atmosfera iniziò il concerto del CPT, al quale hanno assistito i maggiori rappresentanti della RS di Slovenia. Negli occhi dei nostri esecutori brillava l'orgoglio di cantare al grande statista e compagno, sotto la cui guida la maggior parte dei combattenti, membri del coro, aveva contribuito a far dissolvere le nubi scure addensatesi nei grandi e storici giorni.

 

Al termine della "Ballata partigiana", il compagno Tito si avvicinò commosso al nostro direttore, congratulandosi e ringraziandolo per la bella esecuzione delle canzoni partigiane. Al complesso augurò molto successo anche in futuro, raccomandandogli di continuare a infondere lo spirito di queste canzoni alle giovani generazioni, per la fratellanza e l'amicizia tra i popoli.

 

Dopo che il coro, per espresso desiderio del compagno Tito, ebbe cantato ancora alcune canzoni, il Presidente gentilmente acconsentì a farsi fotografare con noi. Gentilmente, si collocò tra i giovani suonatori davanti al coro scherzando allegramente: "Non so suonare alcun strumento". Poi strinse cordialmente la mano a parecchi di noi e ci trattenne in piacevole compagnia. I nostri giovani e i nostri uomini ebbero l'opportunità di intrattenersi in colloquio con il Maresciallo e con gli autorevoli rappresentanti della repubblica socialista di Slovenia. C'era tra noi un'atmosfera stupenda e i nostri "ragazzi" si abbandonarono alla vivacità tipica della nostra terra carsica... Alla fine, su ennesima richiesta del compagno presidente, il coro cantò ancora alcune canzoni di lotta, nostre e italiane, ed in commiato la "Zdravljica" di Adamič.

 

 

Il compagno Tito ci ringraziò nuovamente e sottolineò la significativa funzione del nostro coro con l'augurio che esso visitasse anche le altre repubbliche della nostra bella patria.

"Viva la fratellanza tra i popoli, salve compagni!".

 

Brdo pri Kranju, 29 dicembre 1975